La carenza di risorse, però, limitò molto la produzione dei pezzi, e la cronica mancanza di munizioni e mezzi di trasporto posero severi limiti operativi all'artiglieria austro-ungarica. Però, l'armistizio con la Russia zarista rese disponibili all'Alto Comando austroungarico una grande quantità di uomini e materiali che vennero prontamente rivolti verso l'Italia. Ma poiché la figura dell'ufficiale era considerata la personificazione vivente dell'etica militare, essendo considerati idealmente diretti eredi dei cavalieri medievali asburgici, ad essi era richiesta un condotta esemplare in tutte le circostanze, dominata sempre dall'onore che assurgeva a vera religione, qualunque fosse la loro estrazione. La cavalleria dell'esercito comune era divisa in tre specialità: Le specialità sopra descritte avevano ormai perso le originali differenze di armamento e impiego tattico; nel 1867, a seguito della riforma dell'esercito austro-ungarico, non c'era più differenza fra cavalleria "leggera" e "pesante", e specialità storiche come i Corazzieri e i Cacciatori a Cavallo erano state sciolte. Voci su unità militari presenti su Wikipedia, Ordine di battaglia nella prima guerra mondiale, Composizione e reclutamento dell'esercito. Come nella fanteria, in cavalleria l'assegnazione delle reclute ad un reggimento dell'esercito comune imperiale e regio o di quello nazionale avveniva per sorteggio.[6]. Costituito dal Gruppo d'armate Sud il 26 ottobre 1939, ottenne il controllo del fronte occidentale nella regione di Eifel-Hunsrück. esercito canadese seconda guerra mondiale. Dopo le sconfitte di Sadowa e di Königgrätz, i comandi militari e l'imperatore stesso capirono che le principali conseguenze della cocente sconfitta erano dovute essenzialmente agli armamenti ormai obsoleti e non al passo coi tempi. L'artiglieria imperiale e regia, che aveva la stessa organizzazione tattica dell'artiglieria Landwehr e Honvéd, era organizzata in reggimenti, assegnati alle Divisioni dell'Esercito, e in brigate assegnate ai Corpi d'Armata[4]. I pantaloni erano sempre rossi. Vi erano le bombe a mano munite di manico (Stielhandgranate), che si potevano lanciare a distanze più lunghe, e le bombe a corpo unico. Emersero poi subito le difficoltà di rifornimento e di trasporto che afflissero le forze armate austro-ungariche per tutta la durata della guerra. Ai piedi si portavano scarponi di cuoio chiodati (Genadelte Schuhe) e fasce mollettiere. Kriegsmarine, la marina da guerra, nel comando supremo, di cui faceva parte direttamente la cancelleria militare imperiale e regia presieduta dall'Imperatore. Vedi sopra per organizzazione e arruolamento (del tutto affine alla Landwehr austriaca) ma riferito al Regno d'Ungheria. Dopo un anno di servizio, il militare meritevole veniva mandato ad un corso caporali e promosso Gefreiter (caporale). Il comando del gruppo d'armate C, che fungeva contemporaneamente da comando supremo del fronte sud-occidentale (Oberbefehlshaber Südwest), fu schierato in Italia e assegnato al feldmaresciallo Albert Kesselring. La fedeltà era presa molto sul serio: il militare che si rivelava sovversivo o che fuggiva dal servizio era punito molto severamente, con ferri e ceppi e, se recidivo, perfino con la morte. Ciascun reggimento dell'Esercito comune contava 4 battaglioni su 4 compagnie che avevano ognuna una forza di 5 ufficiali, 10 sottufficiali e 85 soldati, in tempo di pace cioè 100 uomini (i reggimenti dislocati in Bosnia e Russia ne avevano 120). L'imperiale e regio esercito[1] era l'esercito comune dell'Impero austriaco (succeduto nel 1806 al Sacro Romano Impero). ancora A. GIONFRIDA, Guida Generale, cit., pp. dell’Esercito Italiano alla Prima Guerra Mondiale (1861-1918), Roma, Stato Maggiore dell’Esercito – Ufficio Storico, 1991, p. 934. Al posto delle fasce mollettiere, gli ufficiali portavano gambali di cuoio a stecca, taluni sfoggiavano stivali a gambale alto (riservati in teoria alla cavalleria). 10º Reggimento di Fanteria "Re Gustavo V di Svezia" (k.u.k.. Infanterie Regiment Nr. All'inizio del 1918 la scarsità di materie prime (e in generale di qualsiasi cosa) divenne drammatica: l'esercito austriaco non esitò a utilizzare il panno grigioverde italiano, catturato in grande quantità durante l'offensiva di Caporetto, per confezionare uniformi di cui vi era sempre un grande bisogno: la leva in massa del 1917 aveva alluvionato i reparti di reclute, giovani e anziani. Inoltre erano in dotazione le granate da fucile, che venivano sparate installandone il codolo nella canna del fucile: grazie alla traiettoria molto curva ed alla gittata ben maggiore delle bombe lanciate a mano, furono molto usate nella guerra di trincea. La ferma militare per i giovani in età di leva venne fissata in 3 anni; il servizio militare poteva essere prestato sia nella Landwehr (o Honvéd), sia nell'Esercito imperiale e regio, secondo quanto stabilito da un apposito sorteggio. Honvéd) e dalle forze delle rispettive riserve territoriali nazionali. Questa ecatombe portò a rendere meno appariscente l'aspetto della truppa, soprattutto della cavalleria con le sue coloratissime uniformi. La Heeresgruppe C inizialmente aveva alle proprie dipendenze tutte le unità schierate alla frontiera occidentale della Germania, ma dopo la fine della campagna di Polonia le sue competenze furono limitate alla metà meridionale del fronte. In caso di conflitto, tutti e tre gli eserciti si riunivano sotto un unico stato maggiore, il k.u.k. Le mostrine riportavano inoltre i distintivi di grado, costituite da stellette a sei punte di celluloide o metallo per i graduati di truppa, e bordate da un gallone di filo d'alluminio argentato o dorato, per i sottufficiali. La cavalleria era articolta in 21 brigate, assegnate una ad ogni un corpo d'armata e a cinque divisioni indipendenti. Completava l'uniforme da campo un cappotto (Mantel) di panno di uguale colore, sempre con il Schulterrolle sulla controspallina destra, a un petto per la truppa e a doppio petto per gli ufficiali, con martingala posteriore, e lo zaino in pelle di vitello a cui si agganciavano il cinturone e gli spallacci che sostenevano a loro volta quattro giberne in cuoio per le munizioni, la baionetta e la vanghetta da fanteria. Armee), ereditando però struttura, organizzazione, tradizioni dall'antico apparato militare precedente. Le colossali armate russe, l'enormità degli spazi e lo scarso spirito combattivo di alcune nazionalità dell'impero trasformarono ben presto quella che era stata annunciata come una marcia trionfale in un sanguinoso scontro di attrito tra i belligeranti. Come si vede, gli standard erano severi e ben superiori alla media del tempo e pressoché gli stessi di oggi. Prima del 1914 vi erano, tra le truppe tecniche, le divisioni del Treno, addette al trasporto dei rifornimenti e dei rinforzi per tutte le unità combattenti. Il 1916 vide anche la distribuzione ai reparti combattenti delle maschere antigas, le Lederschutzmaske 1916 di fabbricazione tedesca, senza dubbio il miglior modello di maschera antigas della guerra, in cuoio trattato con filtro a cartuccia separato e intercambiabile che fissò lo standard per tutti i modelli successivi. L'Esercito imperiale austriaco venne costituito nel 1809, alla caduta del Sacro Romano Impero (retto dalla Casa d'Asburgo sin dal XV secolo) per opera di Napoleone e che divenne pertanto semplicemente, Impero d'Austria (Kaisertum Oesterreich). Partecipò alla Prima Guerra Mondiale e, nel 1917, comandando interinalmente il 73° Btg. 1891) derivò il fucile Mannlicher Repetier-Gewehr ("fucile a ripetizione") M.1888, che fu adottato quale fucile d'ordinanza dalle forze armate austro-ungariche nel 1890. Già dal 1866 era stato inaugurato un sistema di servizio militare obbligatorio per tutta la popolazione dell'Impero che venne definito nel 1868 con una serie di concordati validi per l'Austria e l'Ungheria. Si foderavano di paglia e carta di giornale gli stivali e i cappotti, e chi poteva si affrettò a procurarsi indumenti caldi nelle località civili del fronte. Allerhochster Oberbefehl) da cui dipendeva direttamente lo stato maggiore delle Forze armate (Armee Ober Kommando, o AOK), per far fronte a una crisi potenzialmente fatale, dovette rivedere profondamente le sue procedure tattiche e logistiche. In tarda estate cadde Przemyśl, principale caposaldo austro-ungarico in Galizia; sempre in Galizia, in autunno gli austriaci vennero duramente battuti da una formidabile controffensiva russa, a cui si aggiunsero le piogge e le nevicate a immobilizzare il fronte orientale. Il 24 ottobre 1917, dopo un'accuratissima preparazione e l'arrivo di importanti rinforzi germanici, le armate austroungariche lanciarono una poderosa offensiva sul fronte dell'Isonzo che aprì una grande falla nella Conca di Plezzo, nel settore di Caporetto. Vi sono inoltre numerose tavole descrittive di battaglie navali e terrestri nonché, a conclusione, un glossario che riporta il significato di acronimi e concetti militari, la filmografia sui Grandi Comandanti della Seconda Guerra Mondiale e, infine, una corposa bibliografia completata da siti web dedicati alla specifica materia. Degno di nota è il fatto che l'esercito austro-ungarico, anche sulla base delle traumatiche esperienze della guerra del 1866 contro la Prussia, sviluppò una dottrina tattica dove il tiro mirato, eseguito con la massima precisione possibile, era molto importante. Speciali distintivi vennero introdotti da conferire ai migliori lanciatori di bombe a mano, e l'istruzione sul lancio delle bombe era parte integrante dell'addestramento militare. Tutti i reggimenti di cavalleria e di artiglieria a cavallo portavano inoltre un caratteristico berretto a bustina di panno rosso, con la visiera ripiegata sotto la fascia, che portava sulla sommità la regolamentare coccarda metallica con il monogramma dell'Imperatore. Ogni brigata d'artiglieria da campagna era assegnata ad uno dei 14 corpi d'armata dell'esercito comune, assumendone la numerazione, da 1 a 14. Armeeoberkommando abbreviato AOK, che a sua volta si coordinava con la k.u.k. Ciò fu un elemento di grande importanza nel determinare la qualità della truppa. In servizio e libera uscita, invece, i pantaloni erano grigio-blu con una sottile filettatura (Paspelierung) verde. Durante la guerra ebbe fino a 10.000 uomini e venne affiancato da molti reparti autonomi delle trasmissioni[2]. La Prima Guerra Mondiale passò alla storia come La Grande Guerra perché mai prima di allora un conflitto aveva coinvolto così tanti paesi e causato così tanta morte e distruzione.. A ciò si aggiunsero l'impreparazione alle bassissime temperature invernali che flagellarono il fronte orientale, l'enorme quantità di risorse e materiali necessarie per mantenere l'esercito in un fronte tanto esteso, a cui l'economia nazionale dell'Impero non riuscì mai a far fronte completamente, e la mobilitazione di grandi masse di uomini che misero in crisi fin dall'inizio l'Intendenza militare asburgica. La camicia bianca con polsini rigidi e chiusi dai gemelli e bavero inamidato doveva essere portata anche sul campo, ma come è facile immaginare nelle trincee della Galizia e del Carso venne ben presto sostituita dalle ben più pratiche camicie da truppa in flanella. La prima guerra mondiale e l'intervento in Albania ed in Macedonia Lo stesso argomento in dettaglio: Organizzazione del Regio Esercito durante la Prima Guerra Mondiale , Ordine di battaglia del Regio Esercito al 24 maggio 1915 , Campagna di Albania , Corpo di spedizione italiano in Macedonia e Fronte italiano (1915-1918) . L'elemento più evidente di tale dottrina tattica è senza dubbio l'elevato impiego dei tiratori scelti da parte dell'esercito imperiale e regio e degli eserciti austriaco e ungherese, durante la prima guerra mondiale, ben più di qualsiasi altro esercito: i tiratori scelti (Scharfschutzen) erano professionisti, quasi sempre sottufficiali, selezionati con grande cura in base all'abilità nel tiro e alla ferrea disciplina. Il loro corredo era ricco, anche per gli standard dell'epoca: non meno di 5 uniformi (da parata, da servizio, invernale, di gala, da campagna), ed inoltre quattro paia di calzature, tre berretti, camicie, biancheria, calze, calzini, guanti (di lana e di pelle di capretto bianchi), cappotto, sciabola, cintura, cinturino, cinturone da campo, zaino, borsa, valigia, baule, dotazioni per l'igiene, equipaggiamento da campo, pistola e fondina. Reichskriegsministerium, dal 1911 Kriegsministerium), e i suoi reparti erano detti "imperiali e regi" (kaiserlich und königlich - k.u.k.-/császári és királyi). Il Gruppo d'armate C (tedesco: Heeresgruppe C) della Wehrmacht è il nome attribuito a due diversi gruppi di armate costituiti durante la seconda guerra mondiale. Immediatamente (1867) vennero quindi introdotti dei fucili a retrocarica ed a cartuccia metallica, che vennero sperimentati per la prima volta sul campo nelle guerre balcaniche, convertendo a retrocarica, con qualche modifica, il vecchio modello "Lorenz". Oesterreichisches Ministerium fuer die Landesverteidigung). Per tutto ciò, ogni ufficiale doveva provvedere di tasca sua, anche se riceveva un soprassoldo per il vestiario. Qui è descritta solo la struttura e la storia dell'Esercito comune, che pur avendo gli stessi regolamenti delle altre forze armate nazionali (Honvéd e Landwehr) si differenziava in alcuni aspetti, sia per il reclutamento (su base federale anziché locale) che per l'organizzazione, soprattutto per ragioni di tradizione storica. Tutti i manuali militari di addestramento dell'imperiale e regio esercito insistono molto sulla necessità di addestrare meticolosamente le truppe al tiro di precisione a tutte le distanze per sfruttare appieno le potenzialità delle nuove armi Mannlicher (che avevano una gittata massima di 2600 passi, 2000 metri circa, più che doppia rispetto ai modelli precedenti) e in effetti vennero realizzati e distribuiti tutta una serie di accessori per l'addestramento al tiro anche al di fuori del poligono: bersagli in scala, cartucce per il tiro ridotto, adattatori per il tiro a salve ecc. Identificatosi con la Landwehr, formata con elementi della parte austriaca dello Stato, dipendente dal ministero della difesa austriaco[4] (k.k. Proposto dal Colonnello N. S. Neyelov, durante… Cosa ancora più importante, la fabbrica di armi di Josef Werndl, ideatore dell'arma, divenne la Österreichische Waffenfabriksgesellschaft con sede a Steyr e posta sotto il controllo dello Stato. : "Armata") anche se le stesse istituzioni militari imperiali e regie usavano molto più di frequente il termine Armee. L'Impero Austroungarico non possedeva un esercito, ma tre: al tradizionale Esercito comune, nel 1867 venne infatti affiancato l'esercito nazionale reale ungherese (Magyar királyi honvédség), come una delle misure previste dal Compromesso che intendeva soddisfare le istanze di autonomia ungheresi. Gli Ulani erano reclutati in Galizia, Boemia e Croazia. Sul berretto, alla sommità della cupola, era fissata una coccarda metallica con le cifre imperiali (FJI, cioè Franz Josef I per la Landwehr e l'esercito comune imperiale e regio, IFJ per la Honvéd ungherese). Organizzazione del Regio Esercito al 1915, su digilander.libero.it. Tuttavia le vecchie mostrine rettangolari rimasero in uso fino alla fine della guerra, soprattutto nei reparti di retrovia. A ciascun reggimento venne assegnata una batteria di cannoni contraerei e una di lanciamine. Il militarismo è una filosofia o un sistema che sottolinea l'importanza del potere militare. Nel 1914 ai soldati di fanteria vennero distribuiti picchetti e teli da tenda, gavette ed equipaggiamento da campo in buona quantità. 10 "Konig Gustav V von Schweden") oppure 23º Reggimento di Fanteria "Marchese von Baden" (k.u.k. L'economia dell'Impero Austro-ungarico non era all'altezza di quella dell'Impero Germanico: florida in tempo di pace, era stata messa in ginocchio dallo sforzo bellico e dall'embargo operato dagli Alleati. In questo modo tutto l'insieme zaino-cinturone poteva essere comodamente sfilato e indossato. Diventava così comandante di una squadra di 12 uomini (Zug) e poteva far richiesta di essere avviato a una delle diverse scuole sottufficiali (Unteroffizierschule) per un corso di un anno nel quale imparava il mestiere di comandante di plotone. Si schieravano anche 8 battaglioni di pionieri, a disposizione dei comandi di Corpo d'armata e poi assegnati ad altrettante divisioni di fanteria come avveniva per il battaglione pontieri a cui durante la guerra se ne aggiunse un altro, per un totale di 20 compagnie di pontieri. È da notare che, come in molti altri eserciti dell'epoca, gli ufficiali austro-ungarici erano tenuti a vestirsi ed equipaggiarsi a proprie spese. L'addestramento era meticoloso e durava non meno di 12 ore al giorno per le reclute. 23 "Markgraf von Baden"). L'Organizzazione del Regio Esercito conobbe durante la Prima guerra mondiale vicende di grande complessità, legate alla necessità in primo luogo di aumentare rapidamente il numero dei combattenti in corrispondenza della dichiarazione di guerra all'Impero austroungarico e all'Impero tedesco; e in secondo luogo a quella di rimpiazzare o integrare reparti che avevano subito perdite rilevanti. Kaiserjager) portava mostrine verde erba. Gli ufficiali di cavalleria erano (e si consideravano di conseguenza) la crema della società asburgica, i migliori rampolli della nobiltà e dell'alta borghesia. 3 Per questi seguenti riferimenti cfr. Nel 1916 le brigate di artiglieria vennero riorganizzate su tre soli reggimenti: uno di cannoni campali, uno di obici campali e uno di obici pesanti. Fino al 1866 il regolamento militare prevedeva ancora le frustate e le vergate, e nel 1918 era ancora in uso la legatura. Di norma, una divisione era formata da due brigate di 2 reggimenti ciascuna. Infanterie Regiment n. 23 "Markgraf von Baden"). I reggimenti su cui era organizzata la Fanteria dell'i. Abele Piva 1° BRIGATA ALPINA (1926-34) Gen.B. in 30.000 Corone per un tenente e il doppio per un capitano). La cavalleria austro-ungarica era di ottimo livello: bene addestrata, formata da personale selezionato per esperienza equestre, possedeva eccellenti cavalcature fornite soprattutto dall'Ungheria, e addestrate nei 7 allevamenti di cavalli militari (Staatsgestüte) e nei 13 depositi di stalloni (Staats-hengstensdepots) esistenti nell'Impero, fra cui quello di Lipizza (Slovenia), famoso in tutto il mondo per la scuola spagnola di equitazione. 10º Reggimento di Fanteria "Re Gustavo V di Svezia" (K.u.K. Nel 1916, il Capo di stato maggiore austro-ungarico, Franz Conrad von Hoetzendorf, sferrò in Trentino una potente offensiva denominata Strafexpedition ("spedizione punitiva"). Inoltre, gli ufficiali in servizio dovevano portare alla vita una fascia (Feldbinde) di gallone dorato di colore giallo e nero (i colori della monarchia) che terminava con due fiocchi a frange anch'esse gialle e nere. Sia gli ufficiali superiori che quelli inferiori vestivano un'uniforme degli stessi colori della truppa. Le armi e gli equipaggiamenti dell'esercito austro-ungarico dal 1914 al 1918. Il berretto da ufficiale (Kappi) era di foggia diversa da quello della truppa: era di colore nero, in feltro, con visiera e sottogola di cuoio verniciato nero, e aveva alla sommità della cupola una coccarda in filo dorato con le cifre imperiali (FJI per gli austriaci, IFJ per gli ungheresi). I Comandanti ed ufficiali possono scegliere a quali operazioni la propria squadriglia parteciperà, muovere le forze in tempo reale sul campo e iniziare le battaglie. L'uniforme era la medesima per tutti gli ufficiali sino al grado di colonnello: i generali avevano la giubba a doppio petto di colore grigioazzurro chiaro (Hellblau) e pantaloni blu notte con le caratteristiche doppie bande scarlatte ai lati, colletto dritto e polsini interamente ricoperti di velluto scarlatto e bordati da un passamano di gallone dorato lavorato a onde intrecciate. Vestiva una giubba caratteristica color verde scuro e l'elmo chiodato (Pickelhaube) con l'aquila bicipite. Quanto alle reclute di cavalleria, già dalla seconda metà del 1800 dovevano seguire lo stesso addestramento della fanteria nell'uso delle armi (che erano le stesse) con in più l'istruzione sui movimenti a cavallo, e sulla cura delle cavalcature e dell'equipaggiamento da sella. Alla coccarda era fissato un cappietto di doppio gallone dorato screziato di nero che scendeva verticalmente fino al sottogola, fermato da un bottoncino dello stesso colore di quello della giubba. GUERRA MONDIALE . 225-235 (Fondo F-2). Il primo inverno di guerra (1914/15) vide, sul fronte orientale, un florilegio di espedienti contro il freddo non appena ci si accorse che il pastrano di lana non bastava neanche lontanamente a garantire il riparo dal terribile inverno russo. Nel 1918, vennero nuovamente riorganizzate, con due reggimenti di artiglieria campale mista (cannoni e obici) e un reggimento obici pesanti, ciascuno con 6 batterie. Lo sconfitto esercito serbo, compreso il comandante in capo Radomir Putnik, affrontò una penosa ritirata attraverso la Bosnia venendo poi tratto in salvo in Montenegro dalla Regia Marina italiana nel 1916. e r. Esercito comune erano identificati da un numero progressivo e da un titolare onorario (Inhaber), di solito un generale dell'esercito o un monarca straniero: ad es. A parte questo, il taglio dell'uniforme restò pressoché invariato per tutta la guerra essendosi rivelato molto comodo e pratico. Alcuni reparti durante il conflitto 1914-18, in luogo della giacca azzurra, ne adottarono una della stessa tinta di quella della fanteria di linea ma sempre provvista dei caratteristici alamari, in gallone grigioverde. Gli uomini erano reclutati in 103 distretti militari che, sempre nel 1885, permisero all'esercito austro-ungarico di contare su una forza mobilitabile di 1.141.782 uomini, 202.204 cavalli e 1.540 cannoni (escluse le riserve e le truppe di guarnigione)[6]. I sottufficiali (Unteroffiziere) dal grado di Zugfuhrer (sergente) in su, dovevano portare al cinturone una baionetta (Seitengewehr) M.95 o M.88, con all'impugnatura una caratteristica dragona (Portepee) di seta gialla e nera. L'esercito imperiale austriaco era sempre stato ottimamente addestrato e organizzato, e aveva un Corpo ufficiali tra i più professionali del mondo, ma occorrevano anche armi moderne e tattiche nuove: un'apposita commissione militare intraprese perciò delle profonde riforme, cominciando con l'abolire le assurde uniformi bianche, risalenti al '700 e che erano sempre state una caratteristica dell'esercito austriaco, con delle meno appariscenti uniformi blu. In particolare sul fronte del Trentino e delle Dolomiti, gli Austro-ungarici seppero condurre un'abile guerra di posizione che inchiodò gli italiani attaccanti alle posizioni di partenza. Le brigate di artiglieria schieravano 4 reggimenti da campagna (2 di cannoni campali M.05/08 da 80mm e 1 di obici campali M.99 o M.14 da 100mm), e un reggimento di obici pesanti. Ne furono equipaggiate intere divisioni. Fu uniformata nell'addestramento, nell'equipaggiamento e nell'impiego, e le diverse specialità della cavalleria austro-ungarica si distinguevano solo per l'uniforme tradizionale e per le regioni di reclutamento: armamento, addestramento e impiego sul campo erano ormai gli stessi per tutti. I tre reggimenti addetti alle ferrovie erano sotto controllo del ministero dei Trasporti tramite lo Hilfsorgan (organo ausiliario), diviso in una sezione competente per il personale (che ammontava a 34.000 uomini in tempo di guerra) e una per il materiale (43.350 cavalli e 7.600 vetture in tempo di guerra)[7]. L'uniforme ordinaria detta Dienstanzug (usata in servizio, in libera uscita, in guardia e in parata) della fanteria, sia dell'esercito k.u.k. Successivamente l'Intendenza militare austriaca realizzò e distribuì, durante il 1915, degli indumenti più adatti, in cotone imbottito di cascami di lana, copiati da quelli comunemente usati dai contadini russi. Erano apparse nel 1914-15 sul fronte occidentale in Francia, ed state distribuite ai reparti austroungarici fin dal 1916 come armi "silenziose" per la lotta corpo a corpo durante le incursioni nelle trincee avversarie e negli attacchi e colpi di mano. Organizzazione. Pur non essendo una componente dell'Esercito Imperiale e Regio in senso stretto, ma una forza armata a sé stante, la Gendarmeria (k.k. Uniformi - Distintivi - Buffetterie, Le armi e gli equipaggiamenti dell'esercito austro-ungarico dal 1914 al 1918. La Heeresgruppe C sfondò la linea Maginot nel giugno 1940. L'igiene era scrupolosa, e il servizio sanitario era efficiente e bene attrezzato, gli ospedali militari numerosi. I quattro reggimenti di Tiroler Kaiserjäger costituivano un'eccezione essendo reclutati esclusivamente in Tirolo e Vorarlberg (tranne che per gli ufficiali, per i quali si consentiva l'ingresso ad altre nazionalità) e, contrariamente a quanto comunemente si crede, non si trattava di truppe da montagna ma di fanteria, ancorché di elevata qualità. Nel 2008 la BBC ha mandato in onda il suo documentario Russia: A Journey to the Heart of a Land and its People, tratto dal suo omonimo saggio. Anche il vitto era ben bilanciato. Organizzazione del Regio Esercito durante la Prima Guerra Mondiale; Divisioni del Regio Esercito nella seconda guerra mondiale; Collegamenti esterni. I Maori furono i primi uomini ad arrivare in Nuova Zelanda, quando vi giunsero attorno al 1000-1300 d.C., provenienti dalla Polinesia. COMANDANTE SUPREMO ARMANDO DIAZ. Nel 1916 vennero assegnate a ciascun reggimento una batteria antiaerea e una di lanciamine, portando così le batterie a 6. Sul finire dell'Ottocento Ferdinand Mannlicher sviluppò un sistema di ripetizione manuale per fucili, con otturatore a scorrimento rettilineo, semplice e affidabile, e caricatore a serbatoio fisso atto a contenere 5 cartucce; nel 1886 esso si presentava come la più avanzata arma del settore, rimanendo tale sino alla prima guerra mondiale. 1854 che, pur essendo di recente adozione, erano concettualmente superati, e sostituiti con il fucile Werndl mod. La loro professionalità era molto elevata e la loro autorità sulla truppa era assoluta, ma erano tenuti a conoscerne la lingua, a rispettarne le usanze e a dare l'esempio in battaglia. I primi combattimenti dell'estate 1914 falcidiarono l'esercito imperial regio, che perse in pochi mesi molti dei suoi ufficiali e sottufficiali di carriera. Molto apprezzate furono le corte e maneggevoli carabine, che si rivelarono ideali nella guerra in montagna (alcune carabine Mannlicher comparvero in mano a movimenti di guerriglia africani negli anni '70).
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